25 novembre la giornata contro la violenza sulle donne: iniziative ed eventi
- Femminicidio e violenza di genere in Italia
- Cos'è la violenza contro le donne?
- Stop alla violenza contro le donne, dichiarazione della Commissione europea
- Le iniziative
- Il perché e le rivendicazioni di Non una di meno
- Iniziative in Sicilia
- LEI un progetto per le donne
- Un mondo libero dalla violenza
- Commenti degli utenti
Femminicidio e violenza di genere in Italia
La violenza di genere cresce ancora. Una donna su tre riferisce di aver subito delle violenze e nel 2018 sono state uccise 142 donne, tra cui 119 in famiglia, circa tre donne uccise ogni settimana come rivela il rapporto Eures.
E 94 nei primi mesi di questo 2019.
Inoltre nel 38% dei casi sono proprio i partner a perpetrare la violenza, e non si parla solo di femminicidio ma di stalking, discriminazioni sul lavoro, molestie, abusi sessuali e ogni tipo di violenza.
Cos'è la violenza contro le donne?
La violenza contro le donne è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo.
La Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1993, definisce la violenza contro le donne in due articoli:
- Articolo Uno
Ai fini della presente Dichiarazione l'espressione "violenza contro le donne" significa ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata. - Articolo Due
La violenza contro le donne dovrà comprendere, ma non limitarsi a, quanto segue:
a) La violenza fisica, sessuale e psicologica che avviene in famiglia, l'abuso sessuale delle bambine nel luogo domestico, la violenza legata alla dote, lo stupro da parte del marito, le mutilazioni genitali femminili e altre pratiche tradizionali dannose per le donne, la violenza non maritale e la violenza legata allo sfruttamento;
b) La violenza fisica, sessuale e psicologica che avviene all'interno della comunità nel suo complesso, incluso lo stupro, l'abuso sessuale, la molestia sessuale e l'intimidazione sul posto di lavoro, negli istituti educativi e altrove, il traffico delle donne e la prostituzione forzata;
c) La violenza fisica, sessuale e psicologica perpetrata o condotta dallo Stato, ovunque essa accada.
Questa violenza è la manifestazione più acuta della disuguaglianza di genere.
La dichiarazione delle Nazioni Unite li collega esplicitamente al dominio degli uomini e alla subordinazione delle donne.
Il cyber bullismo è una forma di violenza relativamente recente ed è in crescita.
Le minacce di stupro, insulti sessisti e altre invettive fanno parte della vita quotidiana di molte donne sul Web.
Una violenza che mira a controllare la vita delle donne e a escluderle dallo spazio pubblico.
Si presenta principalmente in due forme:
- cyber-control nella vita di coppia, quando un coniuge o un ex-violento coniuge monitora l'attività del coniuge (conversazioni, viaggi, spese, ecc.), possibilmente a sua insaputa tramite applicazioni dedicate;
- molestie sessuali, anche online, che consistono nell'invio di messaggi o nella pubblicazione di offese, denigrazioni o persino minacce di osservazioni.
Stop alla violenza contro le donne, dichiarazione della Commissione europea
L'Unione europea ha adottato misure concrete per porre fine a tale violenza, "Ma sappiamo tutti che, nonostante il nostro impegno, siamo ancora ben lungi dal vincere questa sfida" ha affermato in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
La Commissione europea e l'Alto rappresentante, Federica Mogherini, hanno rilasciato una dichiarazione:
22-11-2019
"La violenza contro le donne e le ragazze rappresenta una violenza contro l'umanità intera e non dovrebbe più avvenire in Europa o nel resto del mondo. Ma sappiamo tutti che, nonostante il nostro impegno, siamo ancora ben lungi dal vincere questa sfida.
La violenza contro le donne avviene ovunque, non c'è un luogo sicuro, neppure la propria casa. Al contrario. Le donne ne sono vittima a casa e anche al lavoro, a scuola e all'università, per strada, durante i trasferimenti forzati e la migrazione, e sempre di più su Internet attraverso la violenza online e l'incitamento all'odio.
La dimensione del problema continua a essere allarmante: in Europa, una donna su tre ha subito una violenza fisica e/o sessuale. Quasi tutte le vittime della tratta di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale nell'UE sono donne e ragazze.
Nei paesi in via di sviluppo, una ragazza su tre si sposa prima di aver compiuto i 18 anni d'età. Sono almeno 200 milioni le donne e le ragazze che hanno subito mutilazioni genitali - una pratica tuttora in uso in circa 30 paesi.
È nostra responsabilità, in quanto UE e in quanto comunità internazionale, mantenere il nostro impegno nel prevenire, respingere apertamente e condannare tutti gli atti di violenza nei confronti di donne e ragazze.
È nostro dovere anche sostenere e proteggere le vittime creando un ambiente sicuro che consenta loro di denunciare i crimini commessi nei loro confronti.
L'UE intende continuare ad operare instancabilmente con i suoi partner per rafforzare i quadri giuridici e le istituzioni, sostenere lo sviluppo e l'istruzione, migliorare i servizi per chi sopravvive, affrontare le cause profonde della violenza e promuovere l'emancipazione femminile.
Ma porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze richiede un forte impegno non solo a livello istituzionale e ha bisogno di un ampio coinvolgimento delle organizzazioni internazionali, delle ONG e della società civile in generale e, soprattutto, di tutti gli uomini.
Il nostro obiettivo rimane quindi chiaro: eliminare la violenza nei confronti delle donne e delle ragazze. L'UE resta in prima linea nella mobilitazione internazionale per difendere il diritto di ogni donna e di ogni ragazza di vivere libera e sicura. Lo facciamo per il nostro futuro e per il nostro presente, perché le donne sono il pilastro di società giuste, aperte, sviluppate e democratiche e nulla dovrebbe privarle della libertà di svolgere il loro ruolo in modo libero e sicuro.".
Le iniziative
Già a partire da oggi, 22 novembre 2019, Non una di meno scende in piazza, a Roma, affermando che:
"Oggi la marea femminista tornerà a inondare le strade di Roma contro la violenza patriarcale, economica, istituzionale al grido di Non Una Di Meno. Scendiamo in piazza per affermare che l'unico cambiamento possibile è a partire dalla rivolta permanente: dalle pratiche, dalle lotte, dalla solidarietà femministe".
Ricorda inoltre i dati allarmanti sul femminicidio, perché ogni 72 ore in Italia una donna viene uccisa da una persona a lei vicina, di solito il partner.
Tre femminicidi su quattro avvengono in casa; il 63% degli stupri è commesso da un partner o ex partner; continuano le violenze di matrice omolesbotransfobica.
L'ultimo si è verificato ieri sera tra Partinico e Giardinello in provincia di Palermo: una donna di origini romene, Ana Maria Lacramioara Di Piazza, 30 anni, residente a Giardinello, è stata uccisa ieri sera a coltellate dal suo amante. La donna aspettava un figlio da lui.
L'appuntamento con il corteo di Non una di meno del 23 novembre è fissato per le 14 in piazza della Repubblica a Roma. Il percorso sarà:
da piazza della Repubblica, il corteo percorrerà viale Luigi Einaudi, via Cavour, piazza Esquilino, via Liberiana, via Merulana, via Dello Statuto, piazza Vittorio, via Emanuele Filiberto.
L'arrivo è in Piazza San Giovanni.
Il perché e le rivendicazioni di Non una di meno
"Noi invece sappiamo che la violenza - sottolinea l'organizzazione 'Non Una di Meno' - può colpire chiunque di noi e che non ha passaporto, colore né classe sociale, ma spesso ha le chiavi di casa. È la storia di tante donne e di persone non conformi al modello patriarcale che ogni giorno si ribellano a molestie, stalking, violenza domestica, psicologica, sessuale, ma trovano ulteriore violenza nei tribunali.
Dal sito di Non una di meno:
È tempo di dire basta alla Giustizia Patriarcale: se in Parlamento la Pas (sindrome da alienazione parentale) finisce nel cassetto insieme al Ddl Pillon, nelle cause di divorzio è sempre più frequente il suo utilizzo per giustificare l'allontanamento dei minori dalle madri, diventando così uno strumento punitivo per le donne che si separano e un deterrente alla denuncia per le donne che subiscono violenza domestica. Vogliamo la Pas fuori dai tribunali!
Il Codice Rosso ha già fallito confermandosi una mera operazione propagandistica: è necessario riconoscere le donne come soggetto attivo e intervenire efficacemente prima e non dopo che la violenza o il femminicidio si compiono.
Per questo il lavoro dei centri antiviolenza femministi va riconosciuto, garantito e valorizzato perché siamo stanche di finire sul banco degli imputati o ricordate in maniera strumentale in qualche pessimo articolo di giornale. Gli spazi femministi sono invece sotto attacco in tutto il Paese e le risorse per le realtà che sostengono le donne che resistono alla violenza sono sempre più vincolate e carenti. Difendiamo e moltiplichiamo gli spazi femministi e transfemministi, come Lucha y Siesta, le case delle donne e tutti gli spazi di autodeterminazione sotto minaccia di sgombero!
L'indipendenza economica è la condizione fondamentale per affrancarsi dalla violenza, per essere libere di scegliere: le molestie e gli abusi si riproducono in condizioni di minaccia e di ricatto, nella vergogna e nella solitudine, ma ancora permane il limite di un anno di tempo entro cui denunciare. Questo limite è un'arma in mano a molestatori e stupratori...
Il 23 Novembre saremo a Roma, saremo insieme, porteremo in piazza i nostri corpi e le nostre relazioni, quelle che costruiscono la discontinuità che nessun governo può garantirci, quelle che uniscono le vite di milioni di donne e soggettività lgbtqiap+ in tutto il mondo. Il 24 novembre ci incontreremo in assemblea nazionale verso lo sciopero femminista e transfemminista dell'8 marzo. Di fronte alla violenza di questa società non facciamo un passo indietro: noi siamo rivolta!
Iniziative in Sicilia
Domenica 24 novembre 2019, al Barbera di Palermo, in occasione di Palermo-ACR Messina, 94 posti saranno insolitamente vuoti, tanti quante le donne uccise solo quest'anno finora in Italia.
Ciascuno di essi è un "Posto occupato", come il nome della campagna contro la violenza di ogni genere nata nel 2013 ideata e promossa da Maria Andaloro, un'iniziativa "a costo zero e a chilometro zero", come la descrive la stessa ideatrice.
È una campagna virale, gratuita e senza scopi di lucro, partita proprio dalla provincia di Messina, con l'obiettivo, soprattutto, di mantenere alta l'attenzione nei confronti di un fenomeno, la violenza sulle donne, sempre più piaga sociale oltre il limite dell'emergenza.
dal sito postoccupato.org:
Posto Occupato è un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza. Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga.
Il 25 novembre 2019, una panchina rossa contro la violenza, le disparità, gli squilibri contro le donne nel mondo del lavoro e dell'impresa, sarà installata all'ingresso della Camera di Commercio di Palermo ed Enna.
L'iniziativa è promossa dal Comitato Imprenditoria Femminile, che ha aderito così alla campagna del Movimento Stati Generali delle Donne con Unioncamere.
Sempre il 25 novembre, per la Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza contro le Donne, nel Teatro del carcere Pagliarelli di Palermo si svolgerà, alle ore 10, il cine-convegno - promosso dall'associazione "Un nuovo Giorno", con il patrocinio del Comune, e dal Centro di Accoglienza Padre Nostro - dal titolo "Spunti di Cambia-Menti", rivolto alla popolazione detenuta maschile e femminile.
Giunta alla terza edizione, l'iniziativa, con spunti di riflessione per il dibattito con la popolazione detenuta e i professionisti, psicologi e educatori, sarà condotta dalla psicologa dell'Asp, Claudia Bongiorno, con canti interpretati da Eliana Campanella, accompagnata musicalmente da Franco La Iuppa.
Al convegno interverranno anche l'attore Giovanni Furnari e Antonella Macaluso, presidente dell'associazione "Un nuovo giorno".
"L'obiettivo è quello di recuperare i valori del rispetto e della protezione nei confronti delle donne, rimuovendo retaggi culturali improntati al possesso", dice Francesca Vazzana, direttore della casa circondariale.
L'intervento di Rosaria Vinciguerra, psicologa, sarà sul tema uomini maltrattanti, rabbia e problemi relazionali.
Per trovare soluzioni sulla violenza alle donne, oltre alla tutela della vittima, bisogna agire sul soggetto che causa la violenza, riabilitando gli uomini maltrattanti.
LEI un progetto per le donne
Il prossimo 25 novembre ci sarà anche l'iniziativa speciale di Wella e System Professional a favore di ActionAid e del progetto LEI, a supporto delle donne che hanno subito violenza in Italia:
i parrucchieri aderenti all'iniziativa, faranno un'apertura straordinaria nei propri saloni e offriranno il servizio speciale Care&Piega. Trovi tutte le informazioni cliccando qui.
Un mondo libero dalla violenza
Ad oggi è solo un sogno, un'utopia.
La violenza contro le donne è talvolta banalizzata o addirittura incoraggiata dagli stereotipi.
La scuola ha un ruolo importante da svolgere nella prevenzione della violenza tra i giovani, nella lotta contro il comportamento sessista e nell'educazione rispettosa, in modo che i comportamenti di dominio che generano violenza contro le donne e chi è più debole possano finire.
Bisogna però iniziare dalla famiglia: genitori, nonni, zii devono contribuire attivamente, educando i bambini alla prevenzione e alla lotta contro ogni forma di violenza.
E la speranza per un mondo migliore continua...
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