Bignè di San Giuseppe fritti e al forno, origine storia ricetta tradizionale

Una vera esplosione di bontà, sia nella versione fritta sia al forno, ecco la ricetta dei bignè di San Giuseppe, dolci di pasta choux, farciti con crema pasticciera e spolverati con zucchero a velo. Insieme alle zeppole, sono preparati per la festa del papà, ma sono buonissimi in ogni momento dell'anno.

La Festa del Papà è una ricorrenza che celebra i padri e la paternità.

È diffusa in molte parti del mondo, ma non nella stessa data.
In Francia, come nell'America settentrionale (Stati Uniti, Canada) si celebra la terza domenica di giugno, mentre in Italia (come in molti paesi cattolici) la festa del papà si celebra il 19 marzo, giorno dedicato a San Giuseppe, patrono dei falegnami e dei più deboli, protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale.

Spesso la festa è celebrata anche con la consegna di un regalo al proprio papà, accompagnato con un bel messaggio d'auguri.
bambini fanno sorpresa al loro papà per la sua festa 19 marzo pacco regalo cuori stelle

Perché San Giuseppe è legato alla Festa del papà

Nella tradizione cattolica, San Giuseppe è conosciuto come sposo della Vergine Maria e padre putativo di Gesù.
statue San Giuseppe con fiori gigli Gesù Bambino
Nella Bibbia è descritto come un uomo giusto, buon marito e un buon padre. Per questo la festa del papà, in Italia e in molti paesi cattolici, coincide con la Festa di San Giuseppe.
Tratto da Wikipedia:
«Secondo un'antica tradizione, il culto di questo padre adottivo si sviluppò fin dal V secolo in certi monasteri egiziani dove fu scritta la Storia apocrifa di Giuseppe il falegname e dove la sua festa fu fissata al 20 luglio (rimane tuttora nel calendario copto).

Il culto di questo santo si diffuse anche intorno alla "casa di Giuseppe" almeno dal VI secolo. Questo culto decadde alla fine dell'Alto Medioevo. La sua festa del 19 marzo appare per la prima volta nell'anno 800 in un martirologio gallicano scritto da Rheinau, in cui è chiamato Ioseph sponsus Mariae ("Giuseppe sposo di Maria").

La scelta di questa data sei giorni prima della festa dell'Annunciazione è probabilmente dovuta a una confusione con il nome di un martire di Antiochia chiamato Giuseppe o Giosippo, già celebrato il 19 marzo, e anche una concordanza sincretica con le Quinquatrie, feste religiose in onore della dea Minerva.

Nei secoli successivi, non fu più conosciuto semplicemente come il marito di Maria, ma come un padre, Nutritor Domini ("Nutritore del Signore"). Il suo culto, al quale la Chiesa associa tradizionalmente la festa dei padri, si sviluppa nei secoli XIV e XV (in particolare sotto l'influenza dei francescani che sono diventati i custodi della "casa di Giuseppe" e il cui capitolo generale di Assisi adotta la sua festa del 19 marzo nel 1399) ma fatica a imporsi perché Giuseppe rimane "il grande silenzioso del Vangelo
. »

Differenza tra le zeppole e i bignè di San Giuseppe

Per celebrare la festa di San Giuseppe e dei papà, si prepara una varietà di dolci, tra cui quelli di pasta choux, chiamati zeppole di San Giuseppe, nella versione napoletana, e bignè di San Giuseppe in quella romana.
zeppolla bignè di san Giuseppe crema pasticciera amarene fiore giglio bianco
Entrambi ormai fanno parte della cultura gastronomica italiana e sono praticamente sinonimo della Festa di San Giuseppe.

Nell'articolo:
Zeppole di San Giuseppe napoletane fritte, vi avevamo descritto la ricetta, senza patate, da preparare anche a forno.

La differenza tra le zeppole e i bignè di San Giuseppe sta nella forma e nella farcitura: le zeppole hanno la forma di una ciambella decorata al centro con crema pasticciera e amarene sciroppate; i bignè, invece, sono tondi, come le piccole paste dolci francesi, ma un po' più grandi.

Ricetta Bignè di San Giuseppe

bignè pasta choux zucchero a velo tavola dolci
Nella cucina tradizionale romana troviamo la ricetta dei deliziosi bignè di San Giuseppe, morbidi pasticcini di pasta choux, ripieni con una squisita crema pasticcera.
Per la preparazione dell'impasto, la ricetta base è la stessa delle zeppole.

Come fare i bignè di San Giuseppe

  1. Così come per le zeppole, tagliate tanti quadrati di carta forno di circa 10 cm per lato.
    tasca da pasticcere versa impasto bignè pasta choux su carta forno
  2. Su ognuno, usando la tasca da pasticcere, mettete un mucchietto d'impasto con 7-8 cm di diametro, quindi appiattite leggermente la punta del bignè, usando il dorso di un cucchiaino.
  3. A questo punto, seguite il consiglio della precottura in forno, così avrete dei bignè asciutti e leggeri: scaldate il forno statico a 200°C; mettete la teglia con i bignè e lasciate cuocere per circa 10 minuti, finché non saranno leggermente gonfi, dorati con una leggera crosticina. I bignè dovrebbero staccarsi facilmente dalla carta forno.

Frittura dei bignè di San Giuseppe

  1. Scaldate un tegame alto con abbondante olio di semi.
  2. Portatelo a una temperatura di circa 165-170°C, perché non deve essere troppo bollente; se non avete un termometro, immergete un pezzo di impasto, se l'olio è pronto, salirà a galla lentamente.
  3. Immergete quindi i bignè, uno per volta; dovranno prendere colore e gonfiarsi.
  4. Girateli e lasciate cuocere per circa un minuto, finché ogni bignè sarà raddoppiato di volume e ben dorato.
  5. Tirateli fuori e metteteli a scolare su carta assorbente da cucina e fateli raffreddare in luogo fresco e ben areato.

Bignè di San Giuseppe al forno

Come per le zeppole, se preferite, potete completare la cottura dei bignè al forno.

  1. Fate cuocere i bignè in forno caldo a 200°C per circa 25 minuti.
    Raccomandazione: non aprite mai il forno!
  2. Trascorso il tempo, i bignè dovranno essere già gonfi. Abbassate la temperatura a 180°C e fate finire la cottura per altri 10 minuti circa.
  3. Sfornateli, trasferiteli su una grata per dolci e lasciateli raffreddare per una mezz'ora circa.

Farcitura dei bignè di San Giuseppe

piatto dolci bignè ripieni crema
Potete farcire i bignè, sia quelli fritti sia quelli cotti al forno, con la crema pasticciera, ma solo dopo che saranno completamente freddi.

Preparate quindi la crema pasticciera, seguendo gli ingredienti e il procedimento descritto nell'articolo
Zeppole di San Giuseppe

  1. Con la punta di un coltello, fate un foro sul fondo di ogni bignè;
  2. poi, usando la tasca da pasticcere con bocchetta piccola, farciteli con la crema pasticciera.
    dolce bignè pasta choux crema pasticciera ripieno
  3. Serviteli con una spolverata di zucchero a velo.

La leggenda dei dolci di San Giuseppe

dolce bignè di San Giuseppe zucchero a velo barattolo caffè
Queste delizie fritte, preparate in occasione della Festa del Papà, sembra siano nate in onore di San Giuseppe.

Qual è la connessione tra San Giuseppe e i bignè?

Un'antica leggenda narra che Giuseppe, il padre putativo di Gesù, di ritorno dopo la fuga dall'Egitto con Maria e suo figlio, iniziò a vendere le frittelle per soddisfare i bisogni della famiglia.
statue San Giuseppe Madonna Gesù Bambino Sacra Famiglia
Una simpatica leggenda, anche se dubito possa riportare ai bignè, perché la pasta choux con la quale si preparano, fu inventata molti anni dopo. Nel Rinascimento, infatti, la pasta per i bignè fu creata da un certo Penterelli o Pantanelli, un pasticcere mediceo, e perfezionata poi da Popelini, un pasticcere italiano alla corte di Caterina de' Medici a Firenze e poi in Francia, dove il dolce ebbe molto successo prendendo il nome di choux.

Preghiera a San Giuseppe frittellaro

È una bella leggenda, però, che sembra piacere molto a Roma e in tutto il Lazio, dove al santo è stato dato l'affettuoso nomignolo di "San Giuseppe frittellaro", per una preghiera scritta dal poeta Checco Durante nel 1950, in dialetto romanesco:
San Giuseppe frittellaro

tanto bbono e ttanto caro,
tu cche ssei così ppotente
da ajutà la pora ggente,
tutti pieni de speranza
te spedimo quest'istanza:
fa sparì dda su la tera
chi ddesidera la guera.

Fa vvenì l'era bbeata
che la ggente affratellata
da la pace e dar llavoro
non ze scannino tra lloro.

Fa ch'er popolo italiano
ciabbia er pane quotidiano
fatto solo de farina
senza ceci né saggina.

Fa cche ccalino le tasse
e la luce, er tranve e'r gasse;
che ar ttelefono er gettone
nu' lo mettano un mijone,
che a ppotè legge er ggiornale
nun ce serva ‘n capitale.

Fa che tutto a Campidojo
vadi liscio come ll'ojo:
che a li ricchi troppo ingordi
je se levino li sordi
pe' ccurà quer gran mmalato
che sarebbe l'impiegato,
che così l'avrebbe vinta
p'allargasse'n po' la cinta.

Mo quer povero infelice
fa la cura dell'alice
e la panza è ttanto fina
che se 'ncolla co' la schina.

O mmio caro San Giuseppe
famme fa ‘n ber par de peppe (scarpe),
ma fa ppure che er pecione (carzolaro)
nun le facci cor cartone
che sinnò li stivaletti
doppo ‘n mese che li metti
te li trovi co li spacchi
ssenza sola e ssenza tacchi.

E fa ppure che'r norcino
er zalame e er cotichino
ce lo facci onestamente
cor maiale solamente
che ssinnò lì drento c'è
tutta l'arca de Noè.

Manna er ffreddo e mmanna er zole,
tutto quello che cce vole
pe' ffa bbene a la campagna
che ssinnò qqua nun ze magna.

Manna l'acqua che ricrea
che sinnò la Sora ACEA
ogni vorta che nun piove
se'mpressiona e ffa le prove
pe' ppoté facce annà a lletto
cor lumino e'r mmoccoletto.

O ggran santo bbenedetto
fa che ognuno ciabbia un tetto,
la lumaca affortunata
cià la casa assicurata
cha la porta sempre appresso…
fa ppe' noi puro lo stesso:
facce cresce su la schina
una cammera e ccucina.

Fa che l'oste, bbontà ssua,
pe' fa er vino addopri l'uva,
che ssinnò, quanno lo bbevi,
manni ggiù l'acqua de Trevi.
Così er vino fatto bbene
fa scordà tutte le pene
e tte mette l'allegria.
Grazie tante….
…………..Accusì ssia !!!!!

Bellissima e significativa preghiera. Molto attuale come tema… non pensate?

La festa di San Giuseppe in Italia

Per questo giorno specifico, si preparano molti più dolci tradizionali rispetto ai piatti salati.

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E se la giornata cade di fine settimana, è consuetudine pranzare con la famiglia o trascorrere una giornata in campagna se il clima di marzo lo permette.

Secondo tradizione, infatti, in molte case d'Italia, la festa del papà si celebra con riunioni di famiglia e dolci tradizionali di San Giuseppe che variano da regione a regione.

  • In Toscana, ad esempio, si preparano le frittelle di riso per festeggiare il "Babbo" così com'è chiamato in queste zone il papà.
  • In Emilia-Romagna si usa preparare le "raviole bolognesi", dolci di pasta frolla a forma di mezzaluna, ripiena di confettura di prugne o mele cotogne, poi spolverata di zucchero a velo. A Bologna, secondo tradizione, le raviole si gustano "tocciate", che significa inzuppate; si possono mangiare a colazione, tocciate nel latte oppure a pranzo, in un buon bicchiere di vino rosso.
  • Nel Lazio, come abbiamo visto, si preparano i bignè di San Giuseppe, mentre in Campania si deliziano con le zeppole.
    vassoio bignè di San Giuseppe cucina romana
  • In alcuni paesi della Sicilia, ogni 19 marzo era consuetudine (questa tradizione è purtroppo andata un po' perduta) invitare i poveri al banchetto di San Giuseppe e in quest'occasione un sacerdote benediceva la tavola imbandita con tante pietanze e i poveri erano serviti da chi organizzava. Nella tradizione popolare, San Giuseppe è, infatti, il ​​patrono dei poveri e degli emarginati.

    In tutta l'isola siciliana, comunque, c'è una profonda devozione a San Giuseppe, e come dolci sono preparate, soprattutto nel palermitano, le sfinci, morbido e delizioso dolce farcito con ricotta.

    Puoi trovare la ricetta e maggiori informazioni sulle tradizioni siciliane per San Giuseppe qui Ricetta Sfinci di San Giuseppe palermitane | Festa San Giuseppe in Sicilia


I diversi usi, piatti e tradizioni testimoniano la grandezza della celebrazione della festa del papà in tutto il mondo. Non dimenticare di augurare una buona festa anche al tuo papà!
Noi ci uniamo agli auguri, ricordando sempre, con la preghiera, anche i papà che sono volati in cielo.

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