Halloween in Italia, le tradizioni del giorno di Ognissanti
- Perché le persone decorano le tombe con i crisantemi?
- Significato dei fiori: il crisantemo, simbolo di felicità
- La leggenda del Crisantemo
- La not dalis Muars del Friuli-Venezia Giulia
- Masche, castagne e cene in Piemonte
- Nella notte di Halloween, Animeddas e Janas in Sardegna
- Le coccalu d'u mortu della Calabria
- La Fiera dei Morti in Sicilia
- Tradizione culinaria
- Commenti degli utenti
La fine di ottobre e l'inizio di novembre coincidono con molte festività, dalla festa pagana di Halloween a quella di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti.
► Halloween e Ognissanti | Origini storia leggenda e curiosità
► Festa di Ognissanti e Commemorazione dei Defunti | Tradizioni in Italia
Come già avevamo visto, c'è una sorta di similitudine tra Halloween e la Festa di Ognissanti: etimologicamente, Halloween proviene da All Hallow Eve, che significa la vigilia della festa di Tutti i Santi (Ognissanti). Col passare del tempo, Halloween ha assunto elementi caratteristici come la zucca di Halloween, gli incantesimi e le streghe, con costumi pensati per essere spaventosi, in cui la creatività non ha limiti.
Le zucche e la ricerca di caramelle e regali non sono un'importazione recente negli Stati Uniti per la festa di Halloween, ma caratteristiche tradizionali del passato, popolari in molte regioni italiane.
Il giorno di Ognissanti ha un denominatore comune in molte parti d'Italia: la convinzione che quel giorno i defunti visiteranno le case dei parenti ancora in vita. Anche se si tratta di un evento religioso, sono molte le tradizioni popolari che rimangono vive fino ad oggi, che combinano elementi pagani e cattolici.
Il primo novembre si celebra la festa di Ognissanti, festività religiosa cattolica, che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i santi, anche quelli non canonizzati.
E il giorno dopo, 2 novembre, c'è la Commemorazione dei Morti, secondo tradizioni che durano da secoli e che hanno qualcosa in comune con gli inquietanti mostri e fantasmi di Halloween.
Per molti italiani, è molto importante visitare le tombe dei propri cari. I cimiteri vedono un afflusso di visitatori nei giorni che vanno dal 31 ottobre al 2 novembre, quando è il momento di riordinare la trama di famiglia e decorare le tombe con candele e fiori freschi.
La scelta tradizionale della fioritura sono i crisantemi dai colori vivaci: questi fiori autunnali sono al loro apice intorno al giorno dei morti.
Perché le persone decorano le tombe con i crisantemi?
Nel giorno di Ognissanti, la tradizione in molti paesi, Italia compresa, prevede che le tombe siano decorate con crisantemi. Da dove viene quest'usanza?
Significato dei fiori: il crisantemo, simbolo di felicità
Il crisantemo è una pianta originaria dell'Asia e appartiene a diversi generi della famiglia delle Asteraceae. Emblema del Giappone, il crisantemo è considerato un simbolo di felicità.
In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, il crisantemo è considerato un fiore decisamente positivo: è sinonimo di amore, serenità e pace. Non è raro trovarlo negli allestimenti floreali.
In Australia, ad esempio, i bambini regalano crisantemi rossi per la festa della mamma. Niente di strano, nel linguaggio dei fiori, il crisantemo rosso significa "Ti amo", mentre quello bianco simboleggia la "verità" e portano allegria, protezione ed eternità.
La storia del Crisantemo è millenaria, con un significato che varia da Paese a Paese, molto rappresentativo nel mondo orientale.
Coltivato in Cina sin dal XV secolo a.C., è in Giappone che diventa emblema nazionale, per il suo aspetto che ricorda il sole.
Secondo il Feng-Shui, l'antica filosofia cinese, il crisantemo è il fiore perfetto per portare gioia e vitalità alla casa.
In Giappone, c'è una delicata leggenda che racconta l'origine di questo bellissimo fiore autunnale, dai mille petali colorati.
La leggenda del Crisantemo
C'era una volta un piccolo villaggio, sperduto tra le montagne del Giappone.
In una casetta di legno, abitavano una bambina e la sua mamma. Quando arrivò l'autunno, tutti i fiori nel loro giardino appassirono, tranne una margherita.
La bimba decise di salvare i suoi petali colorati dall'inverno: li mise in un piccolo vaso e li portò in casa. Con il freddo, però, la mamma della piccola si ammalò gravemente.
La bambina, disperata, raccolse il fiore e lo portò nel bosco, dove abitavano le divinità. Lì incontrò uno spirito errante. La piccola implorò lo spirito di aiutare la sua mamma e per ottenere la sua grazia gli donò la margherita che aveva con sé.
Lo spirito le disse: "Il tuo cuore è grande e voglio aiutarti. La tua mamma vivrà tanti anni quanti sono i petali del fiore che mi hai donato".
Ma la margherita aveva pochi petali; così, la bambina, prima di consegnare il fiore allo spirito li tagliò in tantissime striscioline, così tante che si faceva fatica a contarle.
Grazie al gesto della bambina, la sua mamma guarì e visse tanti anni.
Quel giorno nacque il crisantemo, il fiore dai mille petali.
In molti paesi europei (Belgio, Croazia, Francia, Italia, Polonia, Spagna, Ungheria...), invece, i crisantemi sono associati a tristi contesti di lutto.
Il crisantemo è la pianta ideale per tale scopo: è uno dei pochi fiori autunnali, richiede poche cure ed è abbastanza resistente al gelo.
Viaggiamo adesso da nord a sud e conosciamo insieme le varie tradizioni inerenti alle festività di fine ottobre inizio novembre.
La not dalis Muars del Friuli-Venezia Giulia
Halloween è anche una tradizione friulana? La risposta è affermativa, perché anche il Friuli ha un'impronta celtica. Abbiamo visto che Halloween ha avuto origine in Irlanda più di 2000 anni fa, ai tempi in cui erano dominati dalla cultura celtica e dalla religione dei Druidi.
La relazione dei Celti con il Friuli si può leggere qui:
"La popolazione celta dei Carni occupa gran parte dell'attuale Friuli, inserendosi attivamente nella cultura dei Castellieri."
dalla storia del Friuli su Wikipedia.
Nella regione nord-orientale dell'Italia e soprattutto nel comune di Ampezzo (provincia di Udine) si celebra ogni anno l'antico capodanno celtico, con la "Not dalis Muars" (la notte delle zucche intagliate); secondo un'antica credenza, il 31 ottobre i defunti tornano sulla terra accompagnati dagli elfi per visitare i luoghi in cui vivevano.
Nel dialetto locale "Muars" significa "zucche". Al calare del sole, le famiglie del luogo usavano scavare, intagliare e decorare con candele le zucche, poi collocate in tutto il centro storico della città e in ogni casa. Una festa magica, illustrata da spettacoli di luci e fuochi.
Masche, castagne e cene in Piemonte
Superstizioni, cene speciali, credenze e personaggi misteriosi rappresentano la notte del 31 ottobre in Piemonte.
Secondo la leggenda, in alcune valli i morti uscivano dalle tombe per ritrovare i propri cari ancora in vita, i quali, per accogliere i defunti con dignità, preparavano un posto in più alla loro tavola. Ancora oggi, in varie zone della regione, si prepara una sontuosa tavola per "dare la cena al defunto", mentre i parenti si recano al cimitero per lasciare libero il campo.
Secondo la leggenda, c'è anche una sorte di strega, chiamata masca.
Il significato lo troviamo su Wikipedia:
"Il termine trae origine dal longobardo masca e compare per la prima volta in un testo scritto nell'Editto di Rotari (643 d.C.) col significato di strega: «Si quis eam strigam, quod est Masca, clamaverit». Indica l'anima di un morto (da cui anche il significato meno comune di "spirito soprannaturale"), o dall'antico provenzale mascar, borbottare, nel senso di borbottare incantesimi.
... Di indole raramente malvagia ma sempre capricciosa, dispettosa e vendicativa, nel passato gli agricoltori e i montanari usavano attribuire ad esse la responsabilità di avvenimenti negativi o inspiegabili.
Questi avvenimenti erano denominati mascherìe.
Le donne accusate di essere masche venivano perseguitate e spesso processate e condannate al rogo dal tribunale dell'Inquisizione.
Ancor oggi è di uso comune in Piemonte commentare scherzosamente la caduta "soprannaturale" (accidentale) di oggetti (ad esempio una forchetta che cade dalla tavola), o la temporanea "scomparsa" di oggetti che si ritenevano a portata di mano con l'espressione "A-i é le masche" (Ci sono le masche) ".
Nella notte di Halloween, Animeddas e Janas in Sardegna
In Sardegna non si parla di Halloween ma di "Su Mortu Mortu" al nord dell'isola e "is Animeddas" al sud.
La sera del 31 ottobre è usanza fare una cena a base di pastasciutta, avendo cura di lasciarne un po' a "Maria punta boru", un'anziana signora che passa a bucare le pance per sfamarsi in caso non trovi cibo in tavola. Un'altra tradizione vuole che si lasci sulla tavola un piatto (senza posate!) pieno di maccheroni fatti a mano, un bicchiere di vino e una brocca d'acqua per le anime erranti in visita.
Tra le anime vaganti ci sono le Janas, fate o streghe a seconda dei luoghi, hanno una bellezza incantatrice, una voce suadente e sono vere protagoniste delle leggende popolari sarde.
Sempre da Wikipedia:
"Le Janas erano Antiche Donne Sarde. Vivevano nelle Domus de janas, che secondo le leggende erano case in miniatura scavate nella roccia. Secondo altre leggende vivevano in cima ai nuraghi e passavano il tempo a tessere con un telaio d'oro. Erano benevole e dispensavano aiuti a chiunque li richiedesse. Si racconta anche che se qualcuno trova uno dei telai abbandonati da queste fate è molto fortunato, poiché sotto potrebbe esserci nascosto un immenso tesoro".
Le coccalu d'u mortu della Calabria
In Calabria, le tradizioni e le feste popolari sono molto numerose, anche quelle legate alle celebrazioni del giorno dei morti.
Come in tante altre regioni italiane, anche in Calabria è usanza lasciare la tavola apparecchiata per i cari defunti nella notte tra l'1 e il 2 novembre; per i defunti di sesso maschile, spesso si lasciava anche un mazzo di carte. Proprio come nella festa di Halloween, anche in zone come Vibo Valentia e Catanzaro, s'intagliano le zucche trasformandole in lanterne e chiamate coccalu d'u mortu.
La Fiera dei Morti in Sicilia
In Sicilia, la mattina del 2 novembre, i bambini ricevono piccoli doni, tradizionalmente acquistati dai genitori il giorno prima nei mercati rionali dei paesi vicini, la cosiddetta Fiera dei Morti.
Alla Fiera dei Morti ci sono bancarelle di ogni tipo, ricche di giocattoli e oggetti vari da regalare ai bambini. Gli oggetti vengono poi nascosti in casa.
Al risveglio, i bambini piccoli sono invitati a cercare il loro dono nascosto, dopo aver recitato alcune frasi:
Armi santi, armi santi/ iu sugnu unu e vùatri síti tanti/
mentri sugnu 'ntra stu munnu di guai/
cosi di morti mittitimìnni assai.
Traduzione:
Anime sante, anime sante, io sono uno e voi siete tanti:
mentre sono in questo mondo di guai
regali (cose di morti) mettetemi in abbondanza.
Nella regione sicula, l'usanza prevede che, oltre a giocattoli, ai bambini si regalino scarpe nuove, spesso accompagnate da dolciumi vari.
I dolciumi, come la frutta martorana, frutta secca, cioccolatini e biscotti tipici quali i crozzi 'i mottu (ossa di morto), i taralli (ciambelle rivestite di glassa zuccherata), i nucatoli e i Tetù bianchi (ricoperti di zucchero a velo) e marrone (ricoperti di polvere di cacao) erano messi nel tradizionale Cannistru, una capiente cesta di vimini.
Dentro "u cannistru" si poteva mettere anche le primizie di stagione e i Pupi ri zuccaru statuette di zucchero dipinte, ritraenti figure tradizionali come i Paladini.
Tradizione culinaria
Ovviamente, come per ogni evento o celebrazione italiana, ogni regione ha la sua parte di tradizioni culinarie. Le "Fave dei Morti" in Veneto, il Pain des Morts in Lombardia e Toscana, un lungo biscotto che ricorda la forma di un osso, detto anche "ossa dei morti", il "Torrone dei Morti" a Napoli e in tutta la Campania, e i "Pupi ri zuccaro" e la "Frutta Martorana" in Sicilia.
► Come fare la frutta martorana | Ricetta siciliana
► Le fave dei morti con pinoli, ricetta veneta
► Pan dei Morti, ricetta e tradizione italiana per la Commemorazione dei defunti
► Torrone dei morti Ricetta Tradizione
Che queste credenze siano vere o meno, il giorno di Ognissanti e quello della commemorazione dei defunti rappresentano momenti speciali e importanti da dedicare in onore di tutti i Santi e in ricordo dei propri cari che sono passati a miglior vita.
In questo periodo di coronavirus (COVID-19) la raccomandazione è d'obbligo: cercate di andare a trovare i vostri cari defunti nei giorni prima dell'1 e 2 novembre, in modo da evitare assemblamenti molto pericolosi a causa del maledetto virus.
E voi, di solito, celebrate Ognissanti? Ci sono tradizioni nella tua città o piatti tipici che puoi trovare solo in questo periodo dell'anno?
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