Che cos’è l’angiologia e quando effettuare una visita di controllo
Tra le numerose branche della medicina che permettono di prevenire e tenere sotto controllo problemi di salute anche molto gravi rientra l'angiologia. Questo termine deriva dal greco angios (che significa vaso) e logos (studio), e indica quella specializzazione che si occupa, in modo specifico, della prevenzione, della diagnosi e della cura delle patologie che possono colpire il sistema vascolare.
La visita angiologica permette dunque di individuare i problemi legati a vene, arterie e capillari e di diagnosticare per tempo malattie come la trombosi e l'aterosclerosi. Sebbene effettuare controlli sia utile per tutti, vi sono alcuni soggetti che non dovrebbero trascurare questo tipo di visita, in quanto più predisposti di altri a sviluppare patologie a carico del sistema circolatorio.
Di seguito andremo ad approfondire l'argomento e a scoprire quando effettuare una visita di angiologia.
Visita angiologica: quando effettuarla
Per sapere se è necessario sottoporsi a una visita di angiologia è sempre utile consultare il proprio medico di base. Conoscendo la storia clinica del paziente, quest'ultimo potrà stabilire se eventuali sintomi, stili di vita o patologie pregresse rendono necessario effettuare questo tipo di visita e con quale frequenza.
In linea generale, la visita angiologica è consigliata a soggetti che presentano:
- varici;
- gonfiore alle gambe;
- ulcere;
- valori alti di colesterolo;
- difficoltà di deambulazione.
Tuttavia, può essere richiesta per chi soffre di diabete, problemi cardiaci, ipertensione, patologie croniche o ha avuto, in passato, delle trombosi. Anche la predisposizione familiare, così come stili di vita errati - sedentarietà, alimentazione poco sana, fumo, consumo di alcolici - e l'età avanzata, essendo importanti fattori di rischio, possono rendere necessario effettuare delle visite di controllo.
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Come viene effettuata la visita angiologica
Come qualsiasi altra visita medica, anche quella di angiologia è divisa in due fasi:
- l'anamnesi, ossia la fase durante la quale, tramite colloquio e consultazione di esami pregressi e cartelle cliniche, il medico acquisisce dati relativi alla storia e alla salute del paziente;
- l'esame obiettivo (fisico), il quale, in questo caso, consisterà nella palpazione delle aree interessate, nel controllo delle varici, dei gonfiori e di altri segni tipici dei problemi vascolari, nella valutazione del flusso sanguigno e via dicendo.
Al termine della prima visita, laddove lo ritenesse opportuno, l'angiologo potrebbe prescrivere esami specifici come la flebografia e l'ecodoppler, venoso e arterioso, della aorta addominale o dei vasi epiaortici.
Quali terapie può prescrivere un angiologo
Terminata la visita e ottenuti i risultati di tutti gli esami prescritti, l'angiologo effettuerà un'attenta diagnosi. In base a questa stabilirà la terapia adeguata, la quale varierà in base al problema riscontrato. In particolare, potrà prescrivere:
- una terapia farmacologica per migliorare la circolazione sanguigna e tenere sotto controllo determinati sintomi;
- interventi chirurgici per intervenire direttamente su vene e arterie;
- trattamenti come la laserterapia e la scleroterapia;
- procedure come l'angioplastica e lo stenting.
In aggiunta a questo, potrà inoltre consigliare di apportare modifiche allo stile di vita, nonché prescrivere l'uso di bende elastiche e calze contenitive per migliorare la circolazione del sangue.
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